Avevo un gatto. L'ho avuto per diciannove anni.
Lo trovai chiuso in una busta di plastica, sotto la mia macchina. Erano le 4.30 di mattina e c'era la neve.
Arrivato in un tormentato momento della mia vita se ne Γ¨ andato in un altro brutto momento della vita di tutti noi: durante il primo lockdown, nel 2020, in piena pandemia Covid.
Adoro i gatti, li vedo ovunque. Li scovo ovunque! Ho come una sorta di radar che mi permette di affermare frasi del tipo "ππΜ, π₯πΆπππΏπ€ π π¦πππ πππ π½π’ππ₯ππ° π°'πΜ ππ» πππ€πΆπ°!!!"
Inutile dire che sì, sono una vittima dell'algoritmo di IG che spesso mi propone immagini di gattoni - soprattutto coreani o giapponesi - estremamente pasciuti e curati, a volte fino al ridicolo. Per non parlare poi di quelli generati con l'AI! Gatti massaie, gatti pescatori, gatti pizzaioli, ecc...
Quindi, durante la Bologna Children's Book Fair 2024, non Γ¨ stato strano per me notare quanto interesse susciti il suddetto felino tra autorΙ e illustratorΙ.
E non sto qui a dilungarmi sul significato simbolico dell'immagine del gatto nella storia, dall'Egitto in poi, non Γ¨ questo il momento (inoltre l'argomento Γ¨ giΓ stato ampiamente trattato).
Questo felino Γ¨ il sovrano incontrastato delle copertine di molti albi illustrati (soprattutto di quelli delle case editrici d'Oriente) e trovo sempre interessante il modo in cui viene rappresentato, nello stile, nel segno e nelle tecniche illustrative.
A seguire una piccola selezione sul tema.
Le foto che seguono fanno parte del libro qui sopra, con il gatto in cucina. Le ho inserite perchΓ© mi piace la tecnica utilizzata e la scelta colore (purtroppo le foto, come al solito, sono fuori fuoco).
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