Tutta mia la città


Illustrazione ©Annalisa Lai

In Italia, durante questi mesi di quarantena, dei bambini non si è mai parlato. Eppure sono proprio loro quelli che hanno vissuto e vivono queste giornate con maggiori difficoltà.
Nascono così i Racconti Girabondi di Bottega Finzioni, piccole storie scritte da noi, ex allievi.

Condivideteli, fateli girare, liberiamoli!

E questo è il mio racconto.


Tutta mia è la città

Di cose nella vita ne accadono tante, anche quando sei piccolo. 
I grandi non sempre se ne rendono conto.
L'altra sera, per esempio, ho deciso di fare una passeggiata: l'orario era quello giusto, nessuno se ne sarebbe accorto. La notte, con il suo buio colorato, mi è sempre piaciuta. Pochi suoni e profumi intensi come quello del gelsomino che piace tanto alla mamma.
Mi sono preparato con cautela e, in silenzio, sono sgattaiolato.
Era la prima volta che mi allontanavo da solo e avevo paura. 
Ma la paura protegge.
Ho scavalcato la siepe e, finalmente libero, ho percorso il campo che mi separava dalla strada saltellando. Correre e saltare: questo è ciò che vorrei fare sempre.
Il campo mi sembrava infinito e suonava al mio passaggio. Mi sono fermato per ascoltare il canto delle cicale. Poi, quando il giallo delle lucciole ha lasciato il posto a quello dei lampioni, ho affrettato il passo.
Ecco la strada con i ciottoli antichi.
Ho annusato l'aria: aveva un buon odore e la cosa mi è sembrata strana. Insomma, si sa, in città non è mai così! Ero molto meravigliato.
A passo lento, mi guardavo intorno: cercavo di capire cosa stesse accadendo.
Ho girato la testa a destra, poi a sinistra. Il tempo sembrava sospeso. Ero da solo.
Anzi, eravamo in due: io e la mia immagine riflessa su tutte le vetrine dei negozi e dei locali.
E abbiamo iniziato a giocare.
Ci siamo rincorsi, nascosti e cercati.
Abbiamo percorso indisturbati tutte le piccole vie del centro, correndo fino a rimanere senza fiato.
Poi, all'improvviso, è apparso.
Era lì, davanti a me. Ruminava qualcosa. E senza sosta.
Non molto grande, con pelo rosso, occhi verdi e piccole macchioline sul muso.
Mi ha osservato bene bene, ha smesso di ruminare ed è rimasto immobile.
Chissà cosa stava pensando?! A giudicare dal suo sguardo impaurito direi nulla.
Forse era scappato anche lui!
Sentivo un profumo di fragole selvatiche.
Siamo rimasti fermi per qualche secondo.
Mi ha fissato negli occhi e si è avvicinato con aria pigra.
Ha preso fiato e...BOOM!
Un grande botto simile ad uno sparo!
Scappare! 
Ora!
Un balzo indietro e la mia fuga è iniziata.
Vetrine, negozi, ciottoli, lampioni.
Riuscivo a pensare solo a ciò che avevo appena visto: un enorme e profumato pallone rosa era uscito dalla sua bocca per esplodere all'improvviso come un colpo di cannone.
Ma non mi aveva preso, non ero stato colpito.
Ecco il grande campo, le lucciole, le cicale.
E il mio cespuglio.
In tempo per stramazzare al suolo senza essere notato.
Avevo il fiatone.
Ho guardato la luna ed ho pensato che no, non tornerò a breve in città.
E in quanto a voi, non mi avete visto. 

© Annalisa Lai





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