Bologna, 1 Ottobre 2021.


Vivo a Bologna da sei anni ormai. Ho pochissimi amici, forse cinque. Vabbè, facciamo sei. Il lavoro scarseggia, dopo ogni trasloco devo sempre ricominciare da capo, voltare pagina e bla bla bla.

Mi manca Roma. Poi mi manca Torino. Qualche volta pure Milano. Bologna è una città che, in questi anni, ho criticato tanto, forse perché le mie aspettative erano altissime, non trovavano riscontro nella realtà. L'illusione ha condizionato fortemente la mia vita quotidiana.

No, non è stato affatto facile. 
Poi, venerdì 1 Ottobre, ore 12.45  è successo qualcosa. 
Qualcosa che non so minimamente descrivere. 
Qualcosa che ancora non ho capito. 
Qualcosa.
Sarà stato il giro in Salaborsa, un libro che volevo leggere da mesi, i nuovi episodi di Coliandro, le imminenti elezioni. Non saprei.  
Potrebbe essere stata anche la mia brioche preferita, una veneziana presa al bar di Eataly-Coop Ambasciatori che ho divorato in un nanosecondo per quanto era buona (sì, sono golosa). O forse la musica che stavo ascoltando in quel preciso momento che ritmava i miei passi e pure i miei pensieri (per l'esattezza If I ever feel better dei Phoenix). 
Insomma, all'improvviso tutto mi è sembrato diverso. Mi sono guardata attorno ed ho pensato - "ma...quanto cazzo è bella sta città?!" - seguito da un -"cavolo, io sto benissimo!"- esclamato come in preda a una sorta di delirio mistico. 
Sicché, schiena dritta e sguardo alto,  mi sono diretta verso piazza San Domenico, uno dei miei luoghi preferiti.
E, per la prima volta dopo sei anni, mi sono sentita a casa.

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