Il rossetto rosso.


Qualche giorno fa mi sono svegliata e ho avuto un pensiero profondo.
Anzi, profondissimo perché erano le sei e mezza di mattina e normalmente io riesco a pronunciare frasi di senso compiuto verso le 11.00 (facciamo anche le 11.30).
Ho pensato che il mio graduale ritorno alla normalità dopo la pandemia, stava passando per un rossetto. Uno stupido rossetto.
E sì, perché era l'unico vezzo che avevo e la prima cosa che mi è stata tolta con l'utilizzo della mascherina.
Tombata in casa o a passeggio con il mio incarnato verde oliva illuminato da una FP2 ( che detta così pare un'arma da fuoco).
Il mio bellissimo rossetto.
Rosso lacca cinese, rosso flamenco, rosso scuro, rosso sangue. Vinaccia. Perfino nero.
Lo rivoglio, ho pensato.
Quindi, dopo quindici mesi di bavaglio forzato, ho deciso che forse era arrivato il momento di investire sulla mia bellezza oramai sfiorita. 
Ho inforcato la bici e mi sono diretta a tutta callara presso il punto vendita di una nota marca di cosmetici, pronta ad acquistare l'agognato oggetto del desiderio. 
La commessa, molto gentile e paziente, ha cercato di assecondare ogni mia richiesta: lo voglio così, con il pennello cosà, che non si espanda a macchia d'olio fino al naso, che non screpoli le labbra, rosso scurissimo con una punta di blu.
Insomma, una tragedia.
Alla fine, disperata ma mai doma, lei mi ha mostrato il rossetto perfetto.
- È questo! Lo volevo proprio così! - ho esclamato con un entusiasmo forse un cincinino fuori luogo.
E la commessa, contenta: 
- Lo vede signora che lo abbiamo trovato? Cosa le dicevo? È perfetto. Inoltre è un'edizione limitata.
- Non ho capito, scusi... - ho risposto con la mia solita frase, quella che mi accompagna da una vita mettendo in discussione  il mio quoziente intellettivo.
- È un edizione limitata, signora, ne sono rimasti pochi. Si tratta di una Capsule Collection!
E la definizione "Capsule Collection" l'ho capita, altrimenti che ho lavorato a fa' vent'anni nella moda?!
- Scusi, mi sta dicendo che ho trovato il rossetto perfetto e che questo poi non verrà più prodotto?
- Esatto, signora!
- Ma...come esatto?! Ma...allora non lo voglio! Io non lo voglio il rossetto perfetto se poi non lo troverò più in vendita!
Silenzio della commessa.
- Voglio il kajal, la matita nera, quella per l'interno occhi. Voglio quella bella, la migliore. Quella usata dai berberi. Il kohl. Nero, il più scuro che avete. Con una punta di blu inchiostro.

Perché il nero non cambia, rimane nero. È nero a vita. È nero ovunque.
La pandemia ha cambiato tutto. Ha cambiato anche me, costringendomi a cercare, capire e interpretare lo sguardo delle persone.
E allora il rossetto non lo voglio più.
Voglio qualcosa di diverso che però rimanga sempre uguale.
Una certezza.
Un rassicurante nero.

Viva il nero. Viva il cambiamento.

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